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1559 - 1588
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Una monarchia debole. Le dottrine della Riforma si diffusero ampiamente in Francia, anche se soprattutto i ceti borghesi rimasero fedeli al cattolicesimo e la maggioranza si dimostrò intollerante nei confronti delle altre confessioni religiose. La nobiltà francese, invece, si divise, schierandosi con i Guisa, fedeli al cattolicesimo, o con i Borbone, fautori del calvinismo: entrambe le famiglie erano strettamente imparentate con la casa regnante dei Valois. Si trattò dunque di una lotta per esercitare il predominio sulla corona, approfittando della morte di Enrico II (1559) e della sostanziale inettitudine dei suoi figli, dominati dalla forte personalità della madre, Caterina de' Medici. Quest'ultima faceva riferimento al pensiero dei cosiddetti politiques (Michel de l'Hôpital e Jean Bodin), scrittori che ritenevano fondamentale garantire in primo luogo l'autonomia e l'autorità dello Stato monarchico, mettendo quindi in secondo piano i contrasti religiosi. Ciò spiega perché Caterina fosse pronta a schierarsi di volta in volta dalla parte dei Guisa o dei Borbone.
1598
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nel 1588 venne ucciso Enrico di Guisa su ordine del nuovo re di Francia Enrico III, che nel 1589 rimase a sua volta vittima di un fanatico cattolico. Egli però aveva designato come erede legittimo al trono Enrico di Borbone, a condizione che egli si convertisse al cattolicesimo. Nel 1594, dopo essersi convertito, Enrico IV veniva accolto trionfalmente a Parigi dai suoi sudditi (e in tale occasione avrebbe pronunciato la celebre frase "Parigi val bene una messa"). Nel 1598, con l'Editto di Nantes, Enrico IV accordò ai calvinisti, suoi ex correligionari, libertà di culto e parità di diritti civili con tutti gli altri Francesi.
1624 - 1643
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R. non si era preoccupato di creare o riformare istituzioni, bensì di distruggere i vecchi partiti, che disgregavano lo stato; perciò non volle creare un suo partito, ma, sentendo l'identità tra stato e sovrano, preparò i fondamenti dottrinali e pratici della monarchia di Luigi XIV. Suo principale obiettivo fu infatti, all'interno, il rafforzamento dello stato e quindi la limitazione del potere della nobiltà, e per questo creò un sistema amministrativo centralizzato, costituito da una fitta rete di funzionarî, di provenienza borghese, alle dirette dipendenze della corona.
1643 - 1661
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cardinale dal 1641, fu indicato da Richelieu morente a Luigi XIII quale suo successore e il 5 dic. 1642 fu nominato dal re primo ministro. Arbitro ormai della politica francese, soprattutto dopo la morte di Luigi XIII (1643), tale rimase fino alla morte, sostenuto sempre dalla regina madre Anna d'Austria. Superata l'ostilità dei parlamentari e dei principi che era sboccata nella Fronda, continuò l'opera iniziata da Richelieu cercando di rafforzare l'autorità regia e l'accentramento monarchico.
1684 - 1713
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guerra di Successione spagnola – oppose alla Francia, nella coalizione dell’Aia, Inghilterra, Olanda, Impero, Prussia e in un secondo tempo anche il ducato di Savoia. Essa fu causata dalla pretesa di Luigi XIV di veder salire sul trono di Spagna, dopo la morte di Carlo II, il proprio nipote Filippo d’Angiò, al fine di vedere unite la potenza spagnola e quella francese. Gli eserciti francesi si batterono con grande vigore, ma la guerra stremò infine economicamente il loro paese. Dopo che già nel 1693-94 una terribile carestia aveva colpito la Francia, una nuova tremenda carestia, accompagnata da epidemie, infuriò nel 1709-10, e seminò la morte così da ridurre di un quarto circa la popolazione. Le spese di guerra salirono a cifre astronomiche.
1558 - 1603
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Figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, Elisabetta aveva appena tre anni quando sua madre fu condannata a morte sul patibolo per permettere a Enrico VIII di prendere una nuova moglie. Dopo la morte del padre (1547), durante i brevi regni di Edoardo VI e soprattutto di Maria la Cattolica, entrambi figli di Enrico VIII con mogli diverse, Elisabetta subì pressioni e minacce.
Il 17 novembre 1558, a venticinque anni, salì al trono, e fino al marzo 1603, per quasi cinquant'anni, governò il paese con saggezza e grande abilità diplomatica, all'interno e all'esterno. Nonostante le pressioni del Parlamento e di alcuni membri della corte, rifiutò di sposarsi. Regnò da sola e non si legò a dinastie straniere o a fazioni nobiliari in lotta tra loro: con grande abilità fece finta di accettare ora uno ora l'altro candidato al matrimonio, sfruttando sempre la situazione a suo vantaggio.Figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, Elisabetta aveva appena tre anni quando sua madre fu condannata a morte sul patibolo per permettere a Enrico VIII di prendere una nuova moglie. Dopo la morte del padre (1547), durante i brevi regni di Edoardo VI e soprattutto di Maria la Cattolica, entrambi figli di Enrico VIII con mogli diverse, Elisabetta subì pressioni e minacce.
Il 17 novembre 1558, a venticinque anni, salì al trono, e fino al marzo 1603, per quasi cinquant'anni, governò il paese con saggezza e grande abilità diplomatica, all'interno e all'esterno. Nonostante le pressioni del Parlamento e di alcuni membri della corte, rifiutò di sposarsi. Regnò da sola e non si legò a dinastie straniere o a fazioni nobiliari in lotta tra loro: con grande abilità fece finta di accettare ora uno ora l'altro candidato al matrimonio, sfruttando sempre la situazione a suo vantaggio.
Per ulteriori notizie consulta questa pagina:http://www.treccani.it/enciclopedia/elisabetta-i-regina-d-inghilterra_%28Enciclopedia_dei_ragazzi%29/
1588
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La vittoria sull'Invincibile Armata (1588) consacrò il prestigio di Elisabetta e la sua posizione di guida dello schieramento protestante contro la Spagna, paese simbolo della Controriforma.